Canali Minisiti ECM

L'uso di anfetamine in gravidanza porta danni al fegato

Farmaci Redazione DottNet | 18/12/2018 14:47

Studio argentino individua anche le differenze di genere

 L'uso di anfetamina in gravidanza (nell'ultima fase di gestazione) può far male al feto. Infatti, in età adulta, può portare a gravi conseguenze. E' quanto emerge da uno studio delle Università argentine di Cuyo e di Cordoba, che è stato fatto sui ratti e che fa notare anche differenze di genere. Secondo quanto rilevato, infatti, le cavie femmine esposte alle anfetamine in gravidanza hanno mostrato una maggiore tolleranza all'effetto stimolante in età adulta, rispetto ai maschi, risultati più sensibili. Commenta Marta Soaje, una delle coordinatrici dello studio, come "questi risultati indicherebbero una risposta differenziale dipendente dal sesso, in cui gli steroidi sessuali svolgono un ruolo importante". "Anche se non esaustivamente dimostrati - aggiunge - ci sono effetti a lungo termine sul comportamento e sulla capacità di apprendimento per i bambini esposti", alle anfetamine in fase prenatale.  L'analista conclude dicendo come sia stato dimostrato come l'esposizione alla metanfetamina in gravidanza sia associata a una diminuzione delle dimensioni delle aree sottocorticali nel del cervello del neonato. 

pubblicità

fonte: ansa

Commenti

I Correlati

“La lotta al fenomeno delle carenze passa anche attraverso il riconoscimento delle necessità di rendere economicamente sostenibili molti farmaci essenziali. Siamo al lavoro su questo aspetto”

La riduzione del rischio di MACE è stata raggiunta indipendentemente dal livello di peso basale, dall'indice di massa corporea (BMI), dalla circonferenza vita e dal rapporto vita/altezza

Allo studio nuovi sistemi di nanoparticelle per contrastare lo sviluppo di biofilm microbici responsabili di gravi infezioni

Prima tranche per la riforma che riguarda milioni di malati

Ti potrebbero interessare

La riduzione del rischio di MACE è stata raggiunta indipendentemente dal livello di peso basale, dall'indice di massa corporea (BMI), dalla circonferenza vita e dal rapporto vita/altezza

Allo studio nuovi sistemi di nanoparticelle per contrastare lo sviluppo di biofilm microbici responsabili di gravi infezioni

Prima tranche per la riforma che riguarda milioni di malati

Il trattamento con ofatumumab fino a sei anni continua a essere ben tollerato con risultati di sicurezza coerenti, a sostegno del profilo beneficio-rischio favorevole di ofatumumab nella SMR

Ultime News

Pubblicate sull’European Journal of Cancer le raccomandazioni stilate da esperti provenienti da 5 continenti e da società scientifiche internazionali

La MIP-C si può sviluppare anche in chi ha avuto il virus lieve

Radiologi e clinici del Policlinico Gemelli hanno ideato un metodo per 'taggare' con una piccola spirale metallica (microcoil) queste lesioni

Di natura infiammatoria cronica e progressiva, è provocata da un “corto circuito” del sistema immunitario. Interessa l’esofago causandone il restringimento. La sua principale conseguenza è che diventa difficile, a volte impossibile, la deglutizione